Scrittura violenta: incontro ravvicinato con Chuck Palahniuk

American Gothic: ad Halloween Chuck Palahniuk incontra il pubblico della Festa del Cinema di Roma.

Recensioni

Ottobre 31, 2017

Chuck Palahniuk al Festival del Cinema di Roma
D

opo aver letto svariati romanzi del velenoso autore di Portland, sono giunto a una conclusione: si può criticare il consumismo con le stesse armi del marketing.

Fateci caso. Un testo come Fight Club (e la fedele sceneggiatura del film di David Fincher) è pieno di taglines, headlines, payoff al vetriolo che ti fanno venir voglia di rasarti la testa, buttare via tutto e iniziare a fabbricare esplosivo.

  • Forse diventeremo leggenda, forse no.
  • Questa è la tua vita e va finendo un minuto alla volta.
  • Quella che vedi al Fight Club è una generazione di uomini cresciuti da donne.
  • Certe volte fai una cosa e finisci fottuto. Certe volte sono le cose che non fai e finisci fottuto.
  • Non c’è niente di statico. Tutto va a pezzi.
  • Io sono il sottoprodotto tossico della creazione di Dio.
  • Non è perché ti ficchi penne nel culo che diventi una gallina.

E queste sono tratte solo dal romanzo più conosciuto di Chuck Palahniuk, ma ogni suo lavoro contiene una media di 5/6 slogan memorabili: nichilismo per la massa.

Mi viene in mente che il buon Chuck, cresciuto con il laboratorio di scrittura Dangerous Writing tenuto da Tom Spanbauer, abbia scritto come un pubblicitario, quando affronta di petto il consumismo, il marketing e la pubblicità.

Autografo di Chuck Palahniuk

Leggendo le sue storie ti accorgi che ad essere prodotti di consumo sono anche religioni e i movimenti politici.

Durante l’incontro moderato da Antonio Monda, si è naturalmente parlato di cinema e Palahniuk ha presentato la sua personale lista di 5 film che rappresentano quello stile americano gotico, horror, grottesco. La lista comprendeva Rosemary’s Baby di Roman Polansky, Session 9 di Brad Anderson, Miriam si sveglia a mezzanotte di Tony Scott, Coma Profondo di Michael Chrichton, Ballata Macabra di Dan Curtis e Non si uccidono anche i cavalli? di Sidney Pollack.

Ma è Alien di Ridley Scott ad averlo shockato.

“Vi ricordate la tagline del film qual’era? – chiede al pubblico. Poi sorride sornione e aggiunge – In space, no one can hear you scream“.

Marco Casciani - Social Media Manager

Marco Casciani

Social Media Manager. Aiuto aziende, imprenditori e professionisti a potenziare la loro brand awareness con strategie su misura, uno storytelling efficace e contenuti che catturano l’attenzione.

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opo aver letto svariati romanzi del velenoso autore di Portland, sono giunto a una conclusione: si può criticare il consumismo con le stesse armi del marketing.

Fateci caso. Un testo come Fight Club (e la fedele sceneggiatura del film di David Fincher) è pieno di taglines, headlines, payoff al vetriolo che ti fanno venir voglia di rasarti la testa, buttare via tutto e iniziare a fabbricare esplosivo.

  • Forse diventeremo leggenda, forse no.
  • Questa è la tua vita e va finendo un minuto alla volta.
  • Quella che vedi al Fight Club è una generazione di uomini cresciuti da donne.
  • Certe volte fai una cosa e finisci fottuto. Certe volte sono le cose che non fai e finisci fottuto.
  • Non c’è niente di statico. Tutto va a pezzi.
  • Io sono il sottoprodotto tossico della creazione di Dio.
  • Non è perché ti ficchi penne nel culo che diventi una gallina.

E queste sono tratte solo dal romanzo più conosciuto di Chuck Palahniuk, ma ogni suo lavoro contiene una media di 5/6 slogan memorabili: nichilismo per la massa.

Mi viene in mente che il buon Chuck, cresciuto con il laboratorio di scrittura Dangerous Writing tenuto da Tom Spanbauer, abbia scritto come un pubblicitario, quando affronta di petto il consumismo, il marketing e la pubblicità.

Autografo di Chuck Palahniuk

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Durante l’incontro moderato da Antonio Monda, si è naturalmente parlato di cinema e Palahniuk ha presentato la sua personale lista di 5 film che rappresentano quello stile americano gotico, horror, grottesco. La lista comprendeva Rosemary’s Baby di Roman Polansky, Session 9 di Brad Anderson, Miriam si sveglia a mezzanotte di Tony Scott, Coma Profondo di Michael Chrichton, Ballata Macabra di Dan Curtis e Non si uccidono anche i cavalli? di Sidney Pollack.

Ma è Alien di Ridley Scott ad averlo shockato.

“Vi ricordate la tagline del film qual’era? – chiede al pubblico. Poi sorride sornione e aggiunge – In space, no one can hear you scream“.

Marco Casciani - Social Media Manager

Marco Casciani

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